Come e' noto l'Adriatico settentrionale, soprattutto per effetto dei venti
freddi provenienti dal quadrante di NE, e' in inverno una zona di formazione
di acqua densa destinata a fluire nell'acqua di fondo del Mediterraneo.
A questo processo, climaticamente sensibile, sono legati diversi effetti
'benefici' quali: il rimescolamento della colonna d'acqua e il ripristino
dei nutrienti nello strato superficiale, il rinnovo dell'acqua di fondo
nelle fosse adriatiche, la cattura per 'solubility pump' di CO
atmosferica e sua subduzione nello strato profondo, richiamo di acqua
'nuova' da sud, contributo al trasporto, infine, oltre la sella di Otranto,
di sostanze prodottesi nei processi biogeochimici avvenuti nel bacino.
Proprio sotto quest'ultimo profilo, il nord Adriatico presenta una altra
interessante caratteristica: l'alta produzione primaria che si verifica
normalmente alla fine dell'inverno (febbraio), prima dell' instaurarsi della
stratificazione estiva.
Quest'ultima caratteristica fa ipotizzare, almeno nel periodo febbraio-
marzo, la presenza di una efficiente 'biological pump' per la CO
che si
affiancherebbe cosi' alla sopra menzionata 'solubility pump'.
Formazione di acqua densa, alta produzione primaria, zona di piattaforma,
sono le tre caratteristiche canoniche che candidano un'area a 'Continental
Shelf Pump'.